mercoledì 5 gennaio 2011

Louise Bourgeois: The Fabric Works

Un letto, un computer (con connessione a internet) ed una coperta.... quello che non ho è quel che non mi manca, scriveva saggiamente De Andrè!
Diciamo che questo 2011 è iniziato all'insegna del dolce far niente.
Ma stasera finalmente mi avvicino alla mia prima lettura dell'anno Louise Bourgeois - Distruzione del padre / Ricostruzione del padre e questo mi getta l'amo per parlare di una mostra che purtroppo non sono riuscita a visitare ma che forse è stata la più interessante dell'ormai trascorso 2010.
Mi riferisco a Louise Bourgeois: The Fabric Works la mostra - curata da Germano Celant in collaborazione con Jerry Gorovoy di Louise Bourgeois Studio, New York - che dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova di Venezia è emigrata alla Hauser & Wirth di Londra.
Questa exhibition, che si è aperta al pubblico con un grande ragno in acciaio, ha rivelato aspetti mondialmente inediti dell'opera della scultrice Bourgeois, con i suoi Fabric Drawings, realizzati dal 2002 al 2008 e mai esposti nella loro complessità.
Questa produzione quasi sconosciuta di opere realizzate in stoffa è costituita da montaggi, collage e assemblage di porzioni di suoi vestiti e di abiti dei suoi cari, ed è proprio questa storia simbolica ed intima che incarnano a regalare alle opere un'energia evocatrice della memoria di un passato che si fa presente.
La policromaticità dei tessuti e le fantasie variegate delle trame simboleggiano scontri ed incontri dei rapporti con l'Altro che vanno a creare l'essere umano nella sua complessità.
Sarà Louise stessa a definire i vestiti come segnali stradali, nella ricerca del passato.
Della mostra è stato pubblicato anche un catalogo edito da Skira, Milano.
Le foto sono prese dal sito di Hauser & Wirth
http://www.hauserwirth.com/exhibitions/743/louise-bourgeois-the-fabric-works/view/

 Crouching Spider, 2003
Photo Christopher Burke

Conscious and Unconscious, 2008
Photo Christopher Burke

 Peaux de lapins, chiffons ferrailles à vendre (detail), 2006
Photo Christopher Burke

Peaux de lapins, chiffons ferrailles à vendre (detail), 2006
Photo Christopher Burke
Untitled, 2007

Untitled, 2006

 Untitled, 2005

 Untitled, 2005

 Untitled, 2002

Untitled, 2002

La scomparsa di Louise Bourgeois il 31 Maggio 2010 ha segnato sicuramente una perdita incolmabile per l'arte contemporanea e per me rivedere qualche mese dopo al Castello di Ama una delle sue ultime opere realizzate - ed alla cui presentazione in un certo qual modo avevo collaborato - mi ha riempito di un insensato senso di vuoto e smarrimento.

TOPIARY, 2009
permanent work for Castello di Ama, 2009
photo Ela Bialkowska

TOPIARY, 2009
permanent work for Castello di Ama, 2009
photo Ela Bialkowska

TOPIARY, 2009
permanent work for Castello di Ama, 2009
photo Ela Bialkowska

Non intendo allungarmi oltre nei miei soliti giri filosofici di vane parole nel rispetto di ciò che questa artista è stata e del suo costante rifiuto di etichette e cliché.

Diffido delle parole. Non mi interessano, non mi soddisfano. Soffro per come le parole si consumano. Diffido dei Lacan e dei Bossuet, perchè amano riempirsi la bocca di parole. Sono una donna molto concreta. Le forme sono tutto...
Con le parole puoi dire qualunque cosa. Puoi mentire finchè vuoi, ma non puoi mentire quando ri-crei un'esperienza...
(Louise Bourgeois - Distruzione del padre / Ricostruzione del padre, Scritti e interviste 1923-2000, 
a cura di Marie-Laure Bernadac e Hans-Ulrich Obrist)


This is Contemporary!