martedì 14 giugno 2011

Anila Rubiku, Other Countries. Other Citizenships...

Vista la mia sfrenata passione per i cappelli, di ogni colore, forma, astrazione o identità, non posso che abbandonarmi all'elogio di una delle opere per me più esteticamente piacevoli che fino ad adesso sono riuscita a scovare in internet, tra quelle presentate alla 54th Biennale di Venezia.
A "ILLUMInations", titolo della Biennale ed insieme citazione felicissima dell'opera di Arthur Rimbaud, presso l'Albanian Pavilion, Spazio Rolak, Giudecca 211/b, va in scena un'installazione drammaticamente appassionata che indaga il concetto di diversità e la condizione di attesa di chi, in bilico tra un passato che non ha scelto ed un presente del quale diviene protagonista, va alla ricerca di una nuova ineluttabile identità da scoprire o abbandonare.
 
A dirigere il palcoscenico Anila Rubiku (Durazzo, 1970), artista conosciuta a livello internazionale per l'impegno verso le più importanti questioni sociali.
Commedia o tragedia, quello che propone nel suo show è essenzialmente il complicato processo di integrazione culturale che chi scappa è costretto a vivere.
Attraverso una grande installazione, composta da 60 cappelli in feltro da uomo, ricamati a mano da donne straniere di diverse culture immigrate in Italia, l'artista indaga il tema dell’identità, estrema ricerca personale di chi emigra e immigra in terra straniera, e lo fa attraverso le frasi emblematiche ed i disegni che compongono la trama di questi 60 singolari racconti autobiografici che vanno a scrivere un'identica partitura che tutti gli uomini prima o poi dovranno soffermarsi ad ascoltare.
L’opera è stata realizzata in collaborazione con l’azienda Borsalino e l’omonima Fondazione. 
 
This is Contemporary wARTs and all!