giovedì 2 dicembre 2010

L'insostenibile leggerezza del nastro magnetico

So di non essere politically correct ma Žilvinas Kempinas, artista nato a Plunge, Lituania, ha un fascino per me irresistibile.
Chiamato a rappresentare la Lituania alla Biennale di Venezia curata da Daniel Birnbaum, Fare Mondi | Making World  l'artista ha proposto al pubblico internazionale TUBE, installazione prodotta durante la sua residenza all’Atelier Calder (Saché, Francia), che mette in scena un percorso di 30 m racchiuso da fasci di nastro magnetico srotolato, elemento caratterizzante gran parte della sua produzione artistica.




Dalla fine degli anni Novanta, Kempinas ha utilizzato il nastro magnetico e il videoregistratore per costruire monumentali e fragilissimi spazi esperenziali.
Le sue opere giocano in modo originale con la forza e insieme con il peso leggero del nastro, creando una scenografia accattivante di disorientanti ambienti, sovvertendo inesorabilmente il rapporto tra architettura, forma e spazio.


Double O, 2008
Courtesy Spencer Brownstone Gallery
O2, 2007
Courtesy Spencer Brownstone Gallery

O Between Fans, 2006
Courtesy Spencer Brownstone Gallery
 OOO, 2006
Courtesy Spencer Brownstone Gallery

La sua produzione si fonda sulla decostruzione dei principi del minimalismo, mostrando un'attrazione per ciò che si dimostra in grado di trascendere la sua stessa banalità e materialità per mutarsi in qualcos’altro. Il nastro magnetico, allo stesso tempo delicato e resistente, erede di un passato destinato ad essere sorpassato dalle nuove tecnologie, riconquista con Kempinas il profumo inebriante di una storia ancora tutta da scoprire.
This is Contemporary warts and all!