martedì 1 maggio 2012

ATTO IN BIANCO incontro al buio!

Diciamo che dopo tutto questo silenzio è proprio il momento di parlare di qualcosa che mi riguarda molto da vicino.



Ha visto la luce proprio ieri, nell’ambito della programmazione della NOTTE BIANCA '12. la performance ATTO IN BIANCO incontro al buio!, ideata da I Macelli artistic group che è andata in scena, presso il Museo Marino Marini in Piazza San Pancrazio - Firenze, ieri lunedì 30 Aprile dalle 19.00 alle 23.30 con l’attrice Alice Bachi.
E' divertente oggi leggere le parole del mio testo di presentazione del progetto sui portali internet.... certo però che i giornalisti locali potrebbero ri-iniziare a scriverli loro gli articoli senza fare semplicemente copia e incolla (mi prendo anche lo spazio per una breve polemica!!!!).

Lo sguardo degli altri, come ci ha insegnato Sartre, contribuisce a definirci, a costruirci un’immagine di noi stessi, edifica definizioni e sovrastrutture.

Ma se finalmente ci fosse concessa una zona franca, tutta bianca, dove si attua la sospensione del giudizio?

Immaginiamoci, nel buio della Notte Bianca, di trovarci di fronte due porte interamente dipinte di bianco, un ostacolo, un confine che in qualche modo ci pone l’urgenza di compiere una scelta: entrare o non entrare, aprire e vedere, entrare e capire, sperimentare, voltare le spalle ed andarcene via…

Il nostro invito è “Non avere paura del buio, di ciò che non conosci, solo sperimentando potrai trovare il bianco, la purezza, la serenità dell’aver compiuto una scelta”.
Le risposte della nostra gestualità quotidiana possono essere molteplici ma l’essenziale è l’atto decisionale, con cui ci impegniamo in un’azione profondamente voluta. Decidere di provarci o abbandonare la possibilità di un’esperienza.

“Non ti lascerò sola in questo bianco e nero” diceva Pennac.

Allo stesso modo lo spettatore non sarà solo e vedrà cadere il suo costume di mero spettatore trasformandosi in attore, protagonista indiscusso di quel attimo della sua vita.

Le porte non sono semplici porte bianche estemporaneamente gettate nel mondo, queste, aprono ad uno spazio interamente neutrale, molto stretto e delimitato da una seconda porta che ci permette di uscire da quel mondo ovattato dove il giudizio è sospeso e l’autocoscienza finalmente libera. Entrando possiamo imbatterci in un attore che ci permetterà di vivere l’esperienza di un incontro autentico, ravvicinato, senza mediazioni del giudizio e soprattutto del pregiudizio. Un incontro che ne rivela tutta la sua autenticità perché nella vicinanza non mediata dal tempo, vi è la possibilità di liberarsi da degli schemi prestabiliti, da dei ruoli che staticamente ci imponiamo di interpretare ogni giorno.

Le possibilità sono ampie ed indefinite ma il protagonista resta sempre il bianco come espressione di purezza, come spazio asettico a cui donare un nuovo colore ed in cui in modo innocente e puro si incontrano le differenze, come esperienza in cui si azzera il giudizio e si incontra l’altro senza nessun tipo di sovrastruttura culturale… l’attore sul momento deciderà se abbracciarci, baciarci, scoppiare a ridere o rifugiarsi ai nostri piedi piangendo, renderci protagonisti del suo dramma quotidiano o della commedia della sua vita, potrà serenamente raccontarci il mare bianco descritto in Cecità di Saramago, oppure farci assaporare il gusto dei petali bianchi un poco sgualciti del gelsomino notturno cantato dal Pascoli, interpretare la gestualità della bella Dominique del Film Bianco di Krzysztof Kieślowski, fischiettare un pezzo dal White Album dei Beatles, rivelarci la vanità, la falsità e la crudeltà del Bianco come categoria occidentale di superiorità culturale.

Vi lascio con un pò di immagini della serata.... 






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