Esiste ancora il sogno americano? Qual è il suo possibile futuro in un’epoca in cui la promessa di felicità e di prosperità economica sembra scontrarsi con una realtà che esclude fasce sempre più larghe della popolazione? Queste le domande provocatorie che aprono al percorso espositivo e a cui gli 11 artisti presenti hanno saputo rispondere in maniera magistrale.
Adam Cvijanovic, Exurbia New City, 2001-2012
Courtesy l’artista e Blindarte Contemporanea Napoli
photo Martino Margheri
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Will Cotton, Candy Katy, 2010
Courtesy Direct Management Group, Los Angeles - Courtesy l’artista e Mary Boone Gallery, New York
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Non tutti ovviamente allo stesso modo e con la stessa efficacia, ma l'impressione generale è quella di una nuova generazione americana di artisti, meno banale e meno provocatoria ma più profondamente schierata, riflessiva, perplessa ma fortemente reattiva.... mai inerte di fronte al fiume dell'esistenza che corre e scorre e dove ineluttabilmente siamo costretti a bagnarci una ed una sola volta.
Il sogno americano, costruito sul motto "volere è potere" tende alla frantumazione all'infinito e cede il passo alla convinzione della possibilità di nuovi mondi vivibili se solo coscientemente e sapientemente fondati.
Due gli artisti che hanno saputo catturare la mia attenzione: Nick Cave e Thomas Doyle.
Nick Cave, Soundsuits, 2011
Courtesy l’artista e Jack Shainman Gallery New York
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I Soundsuits di Nick Cave sono sculture contemporanemente statiche e dinamiche, maschere esposte in un immobilismo psichedelico, colorate e stravaganti, indossabili e utilizzate dall’artista anche come costumi per le sue performance. Nella grande sala emergevano tra gli altri tre costumi costruiti con materiali di uso quotidiano e decorati con una molteplicità di bottoni che vestivano ad altezza della testa delle grandi cavità, simili a dei grandi coni di risonanza (o ad una tuba!) che evocavano un urlo collettivo di inequivocabile forza espressiva.
Thomas Doyle
photo Martino Margheri
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Ed infine i meravigliosi micromondi di Thomas Doyle, dove un'apparenza borghesemente tranquilla rivela ad una più attenta osservazione, l'altalenare della quotidianità esposta in un precario equilibrio su enormi dirupi, espressione della drammaticità e della precarietà della condizione umana.
Equilibri dinamici e sistemici, armoniosi e perturbanti.
La mostra è organizzata dal CCC Strozzina in collaborazione con l’Hudson River Museum di Yonkers (New York) ed è curata da Bartholomew F. Bland.
Orario:
9 marzo-15 luglio 2012
martedì-domenica 10.00-20.00
Informazioni e prenotazioni:
tel. +39 055 3917137
didatticastrozzina@strozzina.org